martedì 14 febbraio 2012

Adné sadé

Non lontano da me, nell'altipiano, vidi un gruppo di strane persone che confabulavano guardandomi meravigliate.
Ma come è stato possibile che questo morto sia giunto fino a noi? Forse un mostro cattivo ce l'ha portato qua dall'inferno per prenderci in giro.
Ma forse è vivo? Mi pareva che avesse aperto gli occhi.
Vivo quest'uomo? Ah ah ah? Ha aperto gli occhi ? No signor edàn di campagna, la tua fantasia ti ha ingannato. Hai mai visto un uomo sradicato che viva sulla terra? Come potrebbe inspirare l'aria dopo aver tagliato il suo cordone ombelicale? Vivo? Ma da dove succhierebbe i suoi umori vitali senza aver radicato in terra il suo ombelico? Soltanto gli adné sadé come noi, connessi al terreno, possono sopravvivere sulla terra.
Ma chi ti dice che non possano vivere anche uomini deconnessi, come succede per gli animali selvatici o per gli uccelli del cielo?
Esseri umani deconnessi, ah ah, se pensi che ciò sia possibile, vieni che tagliamo anche il tuo cordone ombelicale e vedrai come è piacevole e bella la vita degli umani deconnessi!
Vi fu un'esplosione di risate per tutto l'altipiano.
(Da un racconto di Yehuda Leib Benyamin Katzenelson(1846-1917) tradotto da Amos Luzzatto per l'incontro Errare, Casa delle Parole, Venezia, 14 febbraio 2012)

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