"Una volta credevo che il mondo
Sarebbe diventato, ogni
giorno un po' di più,
Un luogo di pace e di
serenità.
Non lo è diventato.
E tu, Clara, credevi
come me
Che il mondo stesse per
diventare,
Ogni giorno un po’ di
più,
Un luogo di saggezza...
Il mondo ha seppellito i
nostri sogni
In una terra consacrata,
Il mondo non ci
appartiene più, Clara,
Appartiene ai violenti.
E Lui, mi dirai?
Lui che sta in cielo?
Gli uomini lo prendono a
testimone perché
benedica il loro odio.
Lo invocano da tutte le
parti, ma Lui non
vuole più ascoltarli.
Forse gli uomini credono
davvero in Lui,
Ma lui non crede più in
loro.
In un secolo come
questo, Adamo ed Eva
hanno meritato di nuovo
Di essere cacciati dal
paradiso terrestre.
E noi, Clara? E noi due,
tu e io?
Quale Paradiso ci resta?
Riusciremo ancora ad
amarci?
Forse, mi dirai con voce
tremante,
Forse perché l’Eden è in
noi,
L’Eden intimo e
clandestino dei nemici che
si amano...
Da questo Eden, Clara,
Nessuno potrà cacciarci.
Il presente è per noi un
territorio ostile,
Ma domani sarà il
territorio della saggezza
ritrovata.
Domani, dalle nostre due
tristezze, nascerà
una speranza...
Tu lo credi?
Forse...
Io lo credo?
Forse, non so più...
Dammi la mano, Clara!
Lascia che mi avvolga
nelle nostre dolci
bugie di amanti!
Le nostre bugie, Clara,
Questa sera le
preferisco a tutte le loro
verità."
"Credo che questa
poesia sia il richiamo a guardare nella propria e relativa capacità di amare,
contro le utopie globali, che sostituiscono i sogni di armonia con la tirannia
dell’unicità."
Amin Maalouf, I
disorientati, Bompiani, traduzione di Sergio Arecco
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