Canticchia una canzone di tanti anni fa, quand’era felice. Oggi è seduto sull’autobus, la barba trascurata, i pochi capelli unti e pettinati all’indietro, l’impermeabile sporco, e le orecchie tappate dagli auricolari. Eppure nella voce, in quello sfregato sussurro che fa ridere gli altri passeggeri, ci sono riflessi intermittenti, ricordi nascosti, momenti lontani in cui è stato felice. Sarebbe bello scendere alla prossima fermata, in quel luogo, dove la sua memoria sta affondando.
(Sull'autobus, un mercoledì di novembre)
molto bello. davvero.
RispondiEliminamarco