"Nel corpo abita lo spirito di uno scriba instancabile: come l’antico scriba egizio di Sakkhara, il corpo annota e in-scrive tutto ciò che i nostri sensi percepiscono, intuiscono e vivono: il nostro corpo non riposa mai, prende sempre appunti. Appunti dei quali noi non siamo sempre consapevoli e che restano latentemente inconsci.
Il corpo sente, ascolta, guarda dentro e fuori, e la testa dello scriba, come il dio Giano, vive la sua anima diurna e notturna come due distinti modi di essere, ma anche due modi di co-esistere nello stesso corpo, nello stesso volto: ’E’ lo stesso volto potente di bronzo scuro - scrive Burand - qui con gli occhi aperti, là con gli occhi chiusi, qui illuminato, là oscurato, qui rivolto all’azione, là rivolto dentro di sé’.Quando avviluppati dall’oscurità noi ci addormentiamo, allora lo scriba si risveglia all’interno dei nostri sogni, e trasmette i suoi segreti messaggi attraverso il suo occhio notturno, l’occhio del sogno. La testa dello scriba si profila sul doppio orizzonte d’un occhio rivolto al mondo interno, e dell’altro rivolto al mondo esterno; o ancora d’un occhio che guarda alla notte, dell’altro che guarda al giorno."
Salomon Resnik, Sul fantastico
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