Corsadellanima
"Nel blog l'altro può firmare nel tuo testo, esiste uno spazio per chiunque decida di arrivare"
martedì 10 gennaio 2017
Archivio post 2008-2015
Cliccando sulla barra qui a destra o sul link "post più vecchi" a fondo pagina potrete consultare gli articoli scritti dal 2008 al 2015, quelli dal 2016 a oggi sono online sul nuovo sito marioantonorefice.eu/
giovedì 1 dicembre 2016
giovedì 3 novembre 2016
venerdì 14 ottobre 2016
venerdì 7 ottobre 2016
giovedì 22 settembre 2016
lunedì 12 settembre 2016
lunedì 25 luglio 2016
mercoledì 1 giugno 2016
venerdì 20 maggio 2016
mercoledì 27 aprile 2016
lunedì 18 aprile 2016
lunedì 28 marzo 2016
domenica 21 febbraio 2016
domenica 14 febbraio 2016
giovedì 7 gennaio 2016
giovedì 26 novembre 2015
giovedì 29 ottobre 2015
Mercanti d’ogni cosa
“Questi
mercanti d’un po’ di ogni cosa , furbacchioni matricolati, si sottintende, e
poliglotti come i loro fratelli di banda, usano nel tentare la gente un certo
procedimento drammatico che diverte assai, e che di rado fallisce allo scopo
dell’attore. Le loro botteghe son quasi tutte stanzuccie oscure piene di casse
e d’armadi, dove bisogna accendere il lume e c’è appena posto da rigirarsi.
Dopo
avervi fatto vedere qualche vecchio stipetto intarsiato d’avorio e di
madreperla, qualche porcellana
chinese, qualche vaso del Giappone, il mercante vi dice che ha qualcosa
di speciale per voi, tira fuori un cassetto e vi rovescia sulla tavola un
mucchio di ninnoli:
giovedì 8 ottobre 2015
Meravigliarsi
giovedì 1 ottobre 2015
Vendemmia
Secchi, secchi, secchi. Chi almeno una volta vi abbia partecipato, per divertimento o come stagionale, sa che senza un secchio da riempire la raccolta dei grappoli s'intralcia. Un secchio vuoto, d’altra parte, può portare lontano, come racconta Kafka nella sua novella dedicata al cavaliere del secchio, der Kübelreiter. Tra i filari, uno di fronte all’altro, si dipanano non solo i tralci per scovare l’uva che gioca a nacondino tra le foglie, ma anche i fili di conversazioni inaspettate, gomitoli di pensieri, girotondi di battute, e in sottofondo il ticchettio continuo, o quasi, delle cesoie.
lunedì 28 settembre 2015
Scapecchi racconta Manuzio
Per i cinquecento anni dell’umanista e stampatore Aldo Manuzio, che a Venezia rivoluzionò con il suo genio il mondo del libro, Poste italiane ha emesso un francobollo commemorativo con l’anno di nascita sbagliato.
“Premesso che non è attestato in nessun documento a noi conosciuto, secondo me non è il 1449”. Piero Scapecchi è una star, termine che a lui non piace, fra i bibliotecari italiani: nel mondo i grandi esperti di incunaboli e della vita di Aldo Manuzio non arrivano a dieci, lui è uno di loro.
“Premesso che non è attestato in nessun documento a noi conosciuto, secondo me non è il 1449”. Piero Scapecchi è una star, termine che a lui non piace, fra i bibliotecari italiani: nel mondo i grandi esperti di incunaboli e della vita di Aldo Manuzio non arrivano a dieci, lui è uno di loro.
mercoledì 2 settembre 2015
Una start up a base di frutta fresca
Una start up a base di frutta fresca che a Venezia è diventata un’impresa modello: dà lavoro a circa 30 studenti universitari che con una piattaforma web gestiscono i turni in base alle date delle lezioni e agli esami. “L’idea di Frulala è nata nel 2006 - racconta Avichail Banin, 39 anni ed ex gestore del ristorante Gam Gam in Ghetto. Insieme al mio amico Oded Ben Ari, parlavamo spesso la sera di come immaginavamo il nostro fruit bar. Il progetto vero e proprio è stato presentato da Oded a Tel Aviv nell’ambito di un master in economia e management. Poi da giugno 2008 abbiamo aperto il bar vicino a campo Santi Apostoli e nel giugno del 2009 si è presentata l’occasione del chiosco lungo la Strada Nova”.
Avichail e Oded hanno ricevuto già almeno cento richieste per aperture in franchising, ma loro tengono duro: “Abbiamo ancora delle piccole cose da mettere a posto, come il sito web, il lancio di alcune nuove zuppe e frullati, una strategia di web marketing...ci sta lavorando il gruppo italo-israeliano composto da brand strategic manager, copywriter, grafici, designer e un cuoco”.
Avichail e Oded hanno ricevuto già almeno cento richieste per aperture in franchising, ma loro tengono duro: “Abbiamo ancora delle piccole cose da mettere a posto, come il sito web, il lancio di alcune nuove zuppe e frullati, una strategia di web marketing...ci sta lavorando il gruppo italo-israeliano composto da brand strategic manager, copywriter, grafici, designer e un cuoco”.
lunedì 24 agosto 2015
Sedici mesi di avventure
La borraccia per l’acqua è in alluminio, con ammaccature e un moschettone da arrampicata. Non riesce ancora a separarsene. Quella borraccia l’ha accompagnata in un lungo viaggio da Toronto a Santiago del Cile: sedici mesi di avventure, 15 stati in autobus, treno, macchina; uno zaino pieno di racconti e fotografie che diventeranno un libro. Alice Pontini, 26 anni, momentaneamente di Susegana, è tornata a casa venerdì mattina. Sul braccio destro un nuovo tatuaggio: la scritta yellow e una bilancia: “Per ricordarmi che ogni giorno ha qualcosa di giallo, il colore dell’allegria”.
mercoledì 5 agosto 2015
“Se hai un sogno il mondo cambia”
Stagni per l’allevamento dei pesci in Togo, un progetto di riciclaggio dei rifiuti a
Luanda, una start up che valorizza i capelli afro, un sistema di pozzi d’acqua
alimentati dall’energia solare a Kinshasa, un centro che distribuisce kit per partorire in sicurezza in Tanzania, una piattaforma dedicata all’agricoltura in Senegal. Non solo idee per fare impresa sociale, ma il risultato di una visione
rivoluzionaria dell’Africa come laboratorio di creatività e cultura. Un modo
nuovo di vedere e interpretare le cose, il cuore dell’African Summer School:
una settimana di formazione unica come certi paesaggi che tolgono il fiato.
Ci arriviamo a piedi a Villa Buri, circondata da un parco lì da
secoli, a qualche chilometro dai ponti di Verona, Evelyn, Francesca e io, una
domenica pomeriggio di luglio, dopo essere scesi al capolinea del 90. Nell’ordine incontriamo un bar chiuso
da tempo, un signore a cavallo e un grande fiume.
martedì 4 agosto 2015
"La materia è madre"
Un ulivo millenario lungo il Sile, le sue radici disegnano un sole e il tronco cavo allude al passaggio dall’Inferno al Purgatorio. È la scultura alla quale Romano Abate, sta lavorando da tre anni e che rappresenterà il fulcro attorno al quale a novembre si svolgeranno al Museo di Santa Caterina di Treviso le celebrazioni dei 750 anni dalla nascita di Dante: mostre di pittura e una serie di concerti a cura di Pietro Fabris.
Abate nasce a Cividale del Friuli nel 1941. Una vocazione precoce la sua, che lo raggiunge sul greto del Natisone, quando da bambino esplora con gli amici quel territorio abitato da leggende e da strane “facce” di legni che spuntano fra le pietre. Da grande frequenta lo Iuav di Scarpa e Zevi a Venezia, si diploma maestro d’arte all’istituto di Nove di Bassano del Grappa e si trasferisce in provincia di Treviso nel 1963.
Abate nasce a Cividale del Friuli nel 1941. Una vocazione precoce la sua, che lo raggiunge sul greto del Natisone, quando da bambino esplora con gli amici quel territorio abitato da leggende e da strane “facce” di legni che spuntano fra le pietre. Da grande frequenta lo Iuav di Scarpa e Zevi a Venezia, si diploma maestro d’arte all’istituto di Nove di Bassano del Grappa e si trasferisce in provincia di Treviso nel 1963.
giovedì 16 luglio 2015
Nelle mani di Facebook
Una parte della nostra vita è nelle mani di Facebook. Non che
questa sia una gran scoperta, ma per chi è nato prima, molto prima, di
Facebook, è strano fare i conti con un sistema umanoide che controlla i
messaggi (45 miliardi al giorno), ricorda i compleanni, ripropone quello che si
è scritto o fotografato anni fa, seleziona le notizie che più ci interessano.
Un grande casellario sociale tarato sulle nostre passioni, uno spazio virtuale
“intimo e personalizzato”, così lo definiscono i guru del social media
marketing. Un cimitero in crescita: “in caso di decesso, amici e parenti
possono rendere commemorativo il profilo e l’espressione ‘in ricordo’ è visualizzata
accanto al nome”. Un territorio per filosofi: una parte della nostra anima, che
è anche memoria, per caso ha cambiato indirizzo?
martedì 14 luglio 2015
Laboratorio nomade di scrittura
Comincerei con un gioco. Scegliete un testo, da un giornale, da un blog, da un libro. Diciamo cinque righe. Poi concentratevi sulle parole e cominciate a togliere un aggettivo, a cambiare un sostantivo, a modificare la punteggiatura. Sperimentate. Riscrivete iniziando dall’ultima frase, riassumete le cinque righe con quattro parole, poi con tre, due, una. E ricominciate. Riscrivete con stili diversi: poetico, ironico, giornalistico...e poi confrontate le diverse versioni con l’originale.
Scoprirete la cosa più importante: scrivere è scegliere delle parole invece di altre, è interrogarsi sulla loro capacità di rinviare a esperienze, immagini, associazioni.
Guerra o dissidio? Roma o la Capitale? Trolley o valigia? Poesia o componimento in versi? Odissea o viaggio travagliato? Vento o venti? Incipit, inizio, partenza, start up, principio, avvio... Da dove cominciare?
A) Da un buon libro: Bouvard e Pecuchet di Flaubert, Il Maestro e Margherita di Bulgakov, Lord Jim di Conrad, Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, Il giunco mormorante di Nina Berberova.
B) Da un laboratorio di scrittura con esercitazioni pratiche e supervisione dei testi. Programma: Catturare l'attenzione, Una parola non vale l'altra, Parole magiche, Esercizi di stile, La leggerezza, Governare la molteplicità, Le informazioni e la loro gerarchia, L'importanza del titolo e dell'incipit, La sintesi delle informazioni, La conclusione, L'architettura del testo, Virgola, Punto, Due punti, Puntini, puntini ..., Declinare i contenuti, Il comunicato stampa, La campagna pubblicitaria, Il sito Internet, Mailing, Mail, Blog, Social media, Le figure retoriche, La metafora, La metonimia, L'attenuazione, L'ironia.
C) Da alcuni consigli: Il difficile è il messaggio, cercatelo. Scrivere è unire delle parole, non parole. Un verbo ha più forza di un sostantivo. Il segreto è nei dettagli. Non perdere il filo del discorso: l’intreccio affascina, il garbuglio no. Frasi subordinate con molto giudizio. Scegliere un’immagine coerente.Metafora o metonimia: sale e pepe della scrittura. Le parole necessarie non hanno aggettivi né, naturalmente, avverbi. I neologismi efficaci sono strarari. Foreign words grab your attention. Ogni sinonimo ha altri sinonimi. Semplice è diverso da banale. La punteggiatura costruisce il ritmo. Leggero, barocco, complesso, questioni di stile. Rime, ripetizioni, allitterazioni in minime porzioni. I numeri garantiscono l’effetto “wow”, anche i nomi famosi. Strano piace e l’ironia conquista. Curate il carattere, il corpo e l’interlinea. Rileggete ad alta voce e anche oirartnoc la.
Il laboratorio nomade di scrittura può essere tenuto in qualsiasi luogo e a qualsiasi ora. Per informazioni: marioantonorefice@gmail.com
martedì 30 giugno 2015
Grandi e inutili
Grandi e inutili del giornalista di Repubblica Antonio Fraschilla (ed. Einaudi, p. 158) trabocca
di un desolato stupore per lo scempio di città e paesaggi, per la classe
politica di un Paese nel quale “la logica delle infrastrutture non è stata un volano
per la competizione, come avvenuto in altri paesi europei, dalla Spagna alla
Polonia, dalla Francia alla Germania, ma è stata un volano per fare piccoli e
grandi affari”. Il saggio può essere letto anche come un trattato di anatomia
della stupidità, un’analisi della questione meridionale, un atlante
dell’assurdo, un catalogo di incubi urbanistici. Olimpiadi di Torino 2006:
buttati fra i 200 e i 300 milioni di euro per impianti abbandonati. G8 alla
Maddalena: 600 milioni per strutture mai usate e la bonifica del tratto di mare
antistante l’arcipelago non completata. Il premio all’incompiuta artistica va
al teatro di Sciacca, progetto di Giuseppe Samonà, lavori iniziati nel 1978;
l’edificio, dotato di poltroncine climatizzate e della centralina di regia e
mixaggio, non è mai entrato in funzione. A Baia di Campi (Gargano) nel 1999 si
rilascia il certificato di collaudo per un hotel di 342 posti letto che oggi
cade a pezzi: costo 80 miliardi di lire.
lunedì 22 giugno 2015
mercoledì 17 giugno 2015
Umberto Eco e i social-imbecilli
Umberto Eco, l’apocalittico, come molti altri, pensa che i
social media diano diritto di parola a milioni d'imbecilli. Forse, la sua, come
di molti altri, è solo una grande paura della tecnologia elettrica che sta
cambiando il nostro modo di pensare, di agire, di vivere, proprio come accadde
con l'invenzione della stampa cinquecento anni fa o giù di lì. Il Professore, che
giorni fa si trovava all'Università di Torino, per una laurea honoris causa in
Comunicazione e cultura dei media, ha detto:
"I social media danno diritto di parola a legioni di
imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza
danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno
lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.
La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si
sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a
portatore di verità."
mercoledì 10 giugno 2015
10 regole per scrivere una mail perfetta
1) Il campo più importante
è quello dell’oggetto. Corrisponde al titolo di un articolo, se non è interessante, preciso,
sintetico, nessuno vi leggerà. Evitate le parole singole, quelle generiche e le domande. Da bocciare titoli come: Relazione dell’incontro,
Domani appuntamento, Preventivi.
Saranno efficaci invece titoli come:
Relazione o verbale riunione del 19/ 5/2015 h15;
Richiesta
appuntamento con responsabile ufficio marketing; Preventivi
stampa guida di Venezia.
Non usare
mai la funzione replay su una mail a cui abbiamo già risposto, ha un oggetto non pertinente e
genera solo confusione.
2) No a toni troppo
confidenziali. Gli emoticon (le faccine) sono ammessi solo se servono a migliorare
l’efficacia della comunicazione: in generale saranno graditi se accompagnano
l’invito a un party aziendale o a un appuntamento riguardante il tempo libero.
lunedì 1 giugno 2015
Artigiani a Venezia
"L’arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di
un uomo procedono in accordo”, scriveva John Ruskin. Le mani degli artigiani
veneziani lavorano giorno e notte in spazi nascosti fra le calli, a volte senza
nemmeno un’insegna. Creano quello che prima non c’era, un terrazzo alla
veneziana, una foglia d’oro, una lampada, un insetto di vetro, un ex libris,
una serigrafia, una maschera. La Fonderia Valese se ne sta acquattata dietro
Madonna dell’Orto, come per modestia. Una calle stretta di mattoni arancioni,
una scritta sul legno verde. Nel laboratorio Carlo Semenzato, allievo di Mario
Valese, è sempre all’opera. Lungo gli scaffali, statue grandi e piccole,
cavalli, leoni alati, lanterne, cavallucci marini. Dalle parti di Santa Fosca,
domenica 24 maggio 2015
Le calli di Venezia
"Le calli anche le più larghe di Venezia sono ancor esse così strette, che pur senza ombra di volontà da parte mia, anzi con una vergogna da non si dire, le mie mani penzoloni vengono a contatto con le mani delle passanti. Provo a tenerle ferme, ma non giova. Provo a lasciarle libere nel loro movimento a bilanciere, ma siamo alle solite. E ogni volta è una scossa, un brivido, un diavoleto che mi corre giù per il filo della schiena. Mani fresche e mani calde, mani sudate e mani diacce, mani grasse e mani magre, mani di burro e mani di avorio, mani morbide e mani dure, mani magiche e mani morte come scaloppe crude, mani che danno la scossa come il cordone della lampada a spina quando la tela isolante è logora e il filo conduttore a nudo, e mani il cui attoccamento non fa più effetto di un ferro da stiro freddo. Quali strane reazioni anche i mezzi anche più tenui dell'amore esercitano su me? C'è in questi contatti un che d'illecito. Ho l'impressione di rubare. Provo a mettermi le mani dietro la schiena, come Napoleone, ma non basta. Allora, piano piano, m'infilo i guanti."
Alberto Savinio, Ascolto il tuo cuore città
Alberto Savinio, Ascolto il tuo cuore città
lunedì 18 maggio 2015
Palabra en el mundo
Un sitar
e un raga della pace sono l’introduzione migliore a una giornata di parole, di
poesie, di storie. Chi lo suona è Paolo Avanzo nella tranquilla cornice
dell’auditorium Santa Margherita di Venezia, che si trova di fronte alla sede
dell’associazione Italia Cuba che in questa domenica di maggio ha
organizzato il IX festival
internazionale di poesia Palabra en el mundo, direzione artistica Anna Lombardo.
Salgono sul palco i poeti e, fra loro, un poeta speciale che si chiama Antonio
Guerrero Rodriguez. Il 12 settembre del 1998 l’FBI lo arresta insieme a quattro compagni con l’accusa
di attentare alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti: la condanna sarà l'ergastolo. Il 17 dicembre del 2014, in seguito all’apertura delle relazioni
diplomatiche promossa da Obama, lui e i suoi amici sono tornati a essere
uomini liberi. “I poeti sono un po’ sognatori - ha detto Guerreo - per fare
versi bisogna essere un po’ pazzi. Un giorno la mia vita cambiò e mi ritrovai
in prigione. La poesia è stata per me un grido di libertà, un modo per
collegarmi al mondo. Noi cinque non ci siamo mai sentiti soli, dovevamo
resistere per difendere la verità: un principio giusto dal fondo di una grotta
puo fare più di un esercito.” In una
sua poesia scrive : “Faremo vedere che siamo una strada che attraversa le ombre, che siamo un massiccio e una stella con tratti e concetti definiti”.
mercoledì 13 maggio 2015
Dal manoscritto alla rete
Un’arca di Noè dei libri antichi, una nave carica di
manoscritti, codici, incunaboli,
riviste, ricordi, cartoline, tweet, progetti per il terzo millennio; un
bastimento che ogni giorno dalla laguna di Venezia raggiunge studiosi,
collezionisti, appassionati in Italia e nel mondo; un equipaggio che organizza
corsi dedicati alla conoscenza del libro antico e moderno.
La casa editrice Novacharta diretta da Vittoria de
Buzzaccarini, con sedi a Padova e all’isola della Giudecca, sarebbe piaciuta a
Borges perché assomiglia a una biblioteca infinita. “A luglio uscirà il
cinquantesimo numero di Alumina, la
nostra rivista dedicata agli antichi codici miniati.
mercoledì 15 aprile 2015
Rac-Contare
I
numeri hanno il loro fascino: sono precisi, sintetici, veri (almeno sembrano),
rassicuranti(premiata ditta Polo
dal 1774 ), appassionano (100 metri in 9’’58).
Non
è possibile raccontare una storia senza numeri, né trovare un libro in
biblioteca.
E
anche Le Mille e una notte sarebbero un’altra cosa
senza quel Mille.
Raccontare
è contare, fare una lista, un elenco, una statistica, una mappa, ma di cosa? Di
milioni di attimi, di milioni di numeri. È contare su qualcuno informato dei
fatti e su qualcuno che ascolti.
Il
medico John Snow nel 1854, con l’aiuto di un sacerdote, costruì una mappa dei
casi di colera verificatisi a Londra e notò che il maggior numero di decessi
era avvenuto intorno alla pompa d’acqua di Broad Street nel quartiere di Soho.
Da ciò dedusse che era infetta, la fece chiudere e i casi di colera
diminuirono. La mappa di Snow si trova in rete e rappresenta il modello di quello che si
chiama data driven journalism, ovvero il giornalismo basato sui dati, sui
numeri, sulle percentuali, sulle statistiche. Ne ha parlato ieri a Venezia
Mirko Lorenz dell’European Journalism Center nell’ambito dell’incontro Raccontare
storie con i dati organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto.
mercoledì 8 aprile 2015
Sepulveda: Raccontare è sempre resistere
La voce
ti porta a Santiago del Cile, o in un giardino dalle parti di Lucca, nel
deserto di Atacama, alla stazione di Ginevra dove un vecchio amico libraio
racconta di quella volta che vinse la borsa di studio per frequentare l’università
a Mosca e poi finì in Uzbekistan. Siamo rimasti in silenzio ad ascoltarlo il
vecchio amico di Pepe Mujica, l’autore della Gabbianella e del gatto che le
insegnò a volare,
il marito di Carmen che insieme a Marzia è uscita con il sorriso dalla villa dei
torturatori.
La voce
di Luis Sepulveda ti cattura nelle pause, punge nei cambi di tono, rotola sui verbi italianizzati, ha il colore rosso della sua camicia.
"Ho
avuto la fortuna di crescere in un quartiere proletario a Santiago del Cile.
martedì 31 marzo 2015
Mira Cuba!
Cono! Donde le buscaste? Estas cosas son cosas muy raras! (Cavoli! Ma dove li hai trovati? Sono pezzi molto
rari!). Quando gli chiesero dove aveva trovato quei manifesti, che anche per
loro era difficilissimo trovare, Luigino Bardellotto, cinquant’anni appena
compiuti, una vita fra Veneto e Friuli, capì di essere diventato per metà
cubano.
“La prima volta ci sono andato nel 1998. In quel periodo
leggevo molto Hemingway, che a pochi chilometri dall’Avana negli anni Quaranta
comprò la Finca Vigia, la casa in cui
scrisse Per chi suona la campana
e Il vecchio e il mare. È un
posto straordinario con quella torretta che guarda il mare ... Quella volta
girai dappertutto e mi accorsi che mancava tutto, in particolare le medicine.
Fu così che iniziai a collaborare con l’ospedale pediatrico di Remedios
portando valigie di farmaci dall’Italia.
venerdì 27 marzo 2015
Parole da evitare
Dopodiché
Accaventiquattro
Come lei mi insegna
Wowismo
Pazzesco
Lol
Quant’altro
Ti lovvo
Geniale
Location
Apericena
Basito
Laicato
Non so se mi spiego
Mi consenta
Verosimilmente
Grazie davvero
Giocoforza
Vivaddio
Grande (usato a pioggia per ciò che non lo è)
Accaventiquattro
Come lei mi insegna
Wowismo
Pazzesco
Lol
Quant’altro
Ti lovvo
Geniale
Location
Apericena
Basito
Laicato
Non so se mi spiego
Mi consenta
Verosimilmente
Grazie davvero
Giocoforza
Vivaddio
Grande (usato a pioggia per ciò che non lo è)
martedì 24 marzo 2015
Il Libro del Sarto
Un fashion magazine del
Rinascimento, un catalogo di moda, un “atelier portatile”. Il libro del
Sarto è
un codex dei primi anni
Quaranta del Cinquecento conservato nella biblioteca della Fondazione Querini
Stampalia di Venezia. Fu lo storico dell’arte austriaco Fritz Saxl, agli inizi
del Novecento, a sottolinearne l’importanza.
Il voluminoso quaderno
di fogli acquerellati raccoglie, tra gli altri, i costumi preparati dal sarto Ioanne
Iacomo
per una famiglia nobile in occasione dell’entrata a Milano di Filippo II nel
1548. Nelle sue pagine s’incontra una suggestiva sfilata di personaggi che
indossano costumi da giostra o da parata, alla turca o all’ungaresca, costumi a
righe verticali con ampie maniche, braghe rigonfie e rimborsanti al ginocchio,
scarpe a punta schiacciata, berretti piatti e piumati d’influenza germanica, o
a soufflé all’italiana, comode toghe, sopravvesti, turbanti, splendide zimarre
in damascho, nobildonne ricoperte di rasi o velluti color morello, porpora,
verde, decorati da tagli verticali, impreziositi da bottoni dorati e candidi
sbuffi, o operati a motivi geometrici bianco-neri, rosso-neri con rosetta o
venerdì 13 marzo 2015
Una biblioteca per il mondo
"(...) Prometto agli studiosi che in pochi anni tutto quanto è stato scritto dai valenti autori in quattro lingue, latina, greca, ebraica e caldaica, anche in ogni genere di discipline, lo potranno avere tra le mani intero ed emendato per l’opera di questo solo uomo (Aldo Manuzio ndr), e nessuno desidererà più altre opere letterarie. Non appena ciò accadrà, allora sarà manifesto quanti eccellenti codici sono ancora nascosti, o tenuti in disparte per negligenza, o soppressi per l’ambizione di alcuni che hanno a cuore soltanto una cosa: apparire i soli sapienti. Allora sarà chiaro da quanti incredibili errori siano corrotte le opere, anche queste che ora sembrano abbastanza corrette. Se a chiunque sarà gradito, come in un assaggio, farsi un’idea di tutto ciò, confronti con gli esemplari già pubblicati le epistole di Plinio, che tra poco verranno alla luce dall’officina di Aldo, e ciò che avrà scoperto lì, se lo aspetti anche negli altri autori. È un’impresa erculea, per Ercole! E degna di un animo regale, restituire al mondo una cosa talmente sacra crollata dalle fondamenta, cercare quello che si nasconde, tirare fuori quello che è messo in disparte, richiamare ciò che è scomparso, ricostituire ciò che è mutilo, correggere ciò che in così tanti modi è stato corrotto, soprattutto per colpa di questi volgari stampatori, per i quali è più importante il guadagno di una sola moneta d’oro piuttosto che l’intera letteratura. (...)
Anche se la sua biblioteca è chiusa dalle anguste pareti della casa, Aldo ha intenzione di costituire una biblioteca la quale non abbia altro confine che il mondo stesso."
Erasmo da Rotterdam, Adagia
Anche se la sua biblioteca è chiusa dalle anguste pareti della casa, Aldo ha intenzione di costituire una biblioteca la quale non abbia altro confine che il mondo stesso."
Erasmo da Rotterdam, Adagia
martedì 3 marzo 2015
De nive sexangula
Alla fine del 1610, poco prima di essere costretto a lasciare Praga, Keplero dedica a Wacker von Wackenfels, suo protettore, la descrizione di un fiocco di neve. Nella prefazione del De nive sexangula Keplero scrive: "Vogliate dunque ricevere in tutta serenità
questa approssimazione del Nulla e, se Voi l’apprezzate, trattenete il fiato,
per paura di ritrovarVi con Nulla (in tedesco la parola Nichts, che in dialetto si pronuncia Nix, richiama il latino nix, neve ndr).
A dire il vero, si fa dissertare Socrate sul salto di una pulce. Ecco allora perché esaminare il motivo per cui le nevi, alla loro prima caduta, prima di aggrovigliarsi in fiocchi più grossi, sono sempre esagonali, e hanno, ogni volta, sei raggi vellutati come piccole piume."
Foto di Mufson Beckett
A dire il vero, si fa dissertare Socrate sul salto di una pulce. Ecco allora perché esaminare il motivo per cui le nevi, alla loro prima caduta, prima di aggrovigliarsi in fiocchi più grossi, sono sempre esagonali, e hanno, ogni volta, sei raggi vellutati come piccole piume."
Foto di Mufson Beckett
martedì 24 febbraio 2015
Sulle tracce di Aldo - I
La prima
immagine di una tipografia è del 18 febbraio 1499, s’incontra a metà dell’incunabolo
(1) della Grant danse macabre des hommes et des femmes, edita a Lione dallo stampatore
tedesco Martin Husz. La Danse macabre era un best seller dell’epoca, conteneva diversi racconti
sul tema della brevità della vita e quindi sulla necessità di darle un senso
etico, religioso.
Nel
disegno il compositore ha davanti a sé il foglio del manoscritto che sarà
riprodotto: i codici provenienti dai conventi venivano smontati per rendere
possibile questa operazione e poi raramente rimontati. Con la mano sinistra
tiene la cassetta dei caratteri e con la destra li allinea nella forma. In
realtà, essendo la collocazione dei caratteri speculare, essi venivano montati
alla rovescia e da destra verso sinistra, a
esclusione dell’arabo e dell’ebraico per i quali si procedeva da sinistra a
destra; quindi sarebbe stato più logico che egli tenesse la cassetta con la
destra e li disponesse con la sinistra.
sabato 7 febbraio 2015
Storie utili
A un rabbi (...) fu chiesto di raccontare una storia. "Una storia" disse egli "va raccontata in modo che sia essa stessa un aiuto". E raccontò:
"Mio nonno era storpio. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo maestro. Allora raccontò come il santo Baalshem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trascinò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando , come faceva il maestro. Da quel momento guarì. Così vanno raccontate le storie."
Martin Buber, I racconti dei Hassidim
Immagine: Pina Bausch, Wuppertal
"Mio nonno era storpio. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo maestro. Allora raccontò come il santo Baalshem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trascinò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando , come faceva il maestro. Da quel momento guarì. Così vanno raccontate le storie."
Martin Buber, I racconti dei Hassidim
Immagine: Pina Bausch, Wuppertal
venerdì 30 gennaio 2015
Si salva la vita con Google
Si salva la vita con Google, al pronto soccorso non si accorgono che rischiava l'infarto. Cinquantadue
anni, appassionato di vela, ingegnere e imprenditore, sposato con un figlio,
Fabio Brisolin è un nome conosciuto a Conegliano: suo padre fu a lungo
primario del reparto di otorinolaringoiatria. Oggi è vivo non grazie al
pronto soccorso della sua città ma perché ha avuto un’immensa fortuna e
perché si è autodiagnosticato un’angina pectoris con Google.
A metà febbraio dello scorso anno Fabio si sta allenando in palestra sul tapis roulant quando sente un dolorino, un fastidio al centro del torace. Si ferma e gli passa. Da qualche giorno ha anche una tracheite, il suo otorino prescrive del cortisone. Il disturbo si ripresenta ma lo specialista lo rassicura: "Può essere un effetto collaterale del farmaco". Trascorrono le settimane. A intervalli e in momenti diversi il sintomo persiste, dura una quindicina di minuti: senso di oppressione al petto, sudorazione alle mani, pallore. A mezzogiorno del 7 maggio ne parla con il suo medico di base: la diagnosi è riflusso gastroesofageo (in assenza di bruciori di stomaco), la prescrizione Lansoprazolo. "Ma siamo sicuri, dice Fabio, perchè fra pochi giorni dovrei partecipare a due regate piuttosto impegnative e non vorrei..."
A metà febbraio dello scorso anno Fabio si sta allenando in palestra sul tapis roulant quando sente un dolorino, un fastidio al centro del torace. Si ferma e gli passa. Da qualche giorno ha anche una tracheite, il suo otorino prescrive del cortisone. Il disturbo si ripresenta ma lo specialista lo rassicura: "Può essere un effetto collaterale del farmaco". Trascorrono le settimane. A intervalli e in momenti diversi il sintomo persiste, dura una quindicina di minuti: senso di oppressione al petto, sudorazione alle mani, pallore. A mezzogiorno del 7 maggio ne parla con il suo medico di base: la diagnosi è riflusso gastroesofageo (in assenza di bruciori di stomaco), la prescrizione Lansoprazolo. "Ma siamo sicuri, dice Fabio, perchè fra pochi giorni dovrei partecipare a due regate piuttosto impegnative e non vorrei..."
giovedì 15 gennaio 2015
Discorso
Discorso
Non devi mai lasciare quel vuoto nel discorso
Sei bravo, lo sai fare, ci puoi girare intorno
Lo puoi dimenticare, ma poi arriva un giorno
Che quel vuoto ti torna e non c’è più ricorso.
lunedì 5 gennaio 2015
Quello che non ti aspetti è:
- chiamare l’ultimo dell’anno un albergo del centro di Torino e trovare una camera libera;
- che la camera abbia le pareti arancioni e verdi strisciate di nero, muri screpolati, il climatizzatore che non funziona, il lavandino otturato, il bagno cieco e il box doccia che non si chiude;
- che l’addetta alla reception, giovane e pagata pochissimo, mamma sarda e papà pugliese, sia così gentile e innamorata del proprio lavoro da continuare a scusarsi, prestarti la sua stufetta e regalarti delle caramelle;
- che in un ristorante di lusso i più felici non siano i clienti seduti ai tavoli, ma i giovani cuochi e cuoche di diverse nazionalità che con entusiasmo preparano i raffinati piatti del menu;
- che in piazza nessun petardo sia scoppiato a due metri da te;
- che la camera abbia le pareti arancioni e verdi strisciate di nero, muri screpolati, il climatizzatore che non funziona, il lavandino otturato, il bagno cieco e il box doccia che non si chiude;
- che l’addetta alla reception, giovane e pagata pochissimo, mamma sarda e papà pugliese, sia così gentile e innamorata del proprio lavoro da continuare a scusarsi, prestarti la sua stufetta e regalarti delle caramelle;
- che in un ristorante di lusso i più felici non siano i clienti seduti ai tavoli, ma i giovani cuochi e cuoche di diverse nazionalità che con entusiasmo preparano i raffinati piatti del menu;
- che in piazza nessun petardo sia scoppiato a due metri da te;
venerdì 2 gennaio 2015
mercoledì 24 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
Salomon Resnik: Un dialogo insolito
Un
foglio bianco, essenziale, piegato in quattro, il carattere delle scritte è
un Comic Sans, l’indirizzo 8 kislev 5775, Sala
Montefiore, Centro di studi ebraici, Venezia.
La sua
voce compone un tessuto multiforme di lingue, italiano, francese, tedesco,
yiddish, spagnolo, i suoi racconti un arazzo di volti, libri, viaggi, città:
"Sono
nato nel 1920 a Buenos Aires, in un quartiere di immigrati, figlio di ebrei
russi ucraini di tradizione askenazita originari di Odessa. Da
piccolo andavo nella sinagoga per ascoltare mio padre che cantava nel coro,
avevo circa dieci anni, e mi ricordo che tutti, arrivati a un certo punto,
chiudevano gli occhi, e la persona vicino a me diceva che sarei diventato
cieco se avessi guardato ... guardai lo stesso, vidi le mani del celebrante che
si levavano verso l’alto simili a quelle ossute dei disegni di Egon
Schiele".
domenica 30 novembre 2014
Storytelling: come raccontare una storia
Milano in una giornata di pioggia sembra avere meno fretta, come l'assonnata ragazza del bar all’angolo di via Crespi che mi chiede: Cappuccino normale o vegano?
Oltre i vetri appannati la facciata del Nuovo Teatro Ariberto è un
foglio a righe bianche.
Narrare forse è una competenza, una narrability, forse anche un
dono, una necessità, un lavoro, di sicuro è mettere in fila le cose, mettere
ordine, ma non troppo, a volte è svelare e nello stesso tempo dissimulare,
rinviare, variare, impastare, scartare, meravigliare.
Scrivere:
sabato 29 novembre 2014
Come vogliamo essere?
Ore dodici del 22 novembre 2014, arriva l’autobus della Linea 21, fermata di fronte alla fiera di Verona, è l’ultimo giorno della fiera Job e Orienta. Una cinquantina di studenti si accalcano lungo il marciapiede, sulla strada una grande pozza d’acqua. L’autista invece che accostare si ferma a un metro del marciapiede, costringendo tutti a bagnarsi i piedi o a impegnarsi in prove di salto in lungo per raggiungere l’autobus. Non risponde a chi gli chiede il motivo di questa piccola, insensata, cattiveria, pietrificato fissa il parabrezza;
23 ottobre 2014, Corriere della Sera, in un editoriale intitolato L’ultima frontiera del narcisismo beota, Claudio Magris scrive dell’infermiera che si faceva ritrarre su Facebook sorridente accanto ai cadaveri dei pazienti e poi, per associazione, offende tutti gli utilizzatori dei social media: "Ipodotati innocui, che sentono il bisogno di comunicare sulla rete a conoscenti e sconosciuti cos’hanno mangiato la sera prima( ...) Trionfa l’aspirazione a un’eternità da cesso (...) ognuno chiede l’eternità per il proprio calzino (...) Cani, diceva Federico II ai suoi soldati che fuggivano, volete vivere in eterno?"
sabato 15 novembre 2014
L'autismo raccontato da Lucio Moderato
“Che Le mamme frigorifero, fredde, anaffettive, generino autismo è
una balla colossale." Parte in quarta Lucio Moderato uno dei maggiori
esperti internazionali di autismo e responsabile del comitato tecnico e
scientifico della fondazione Oltre il labirinto. “Non è colpa neppure dei papà
lavastoviglie, quelli che se ne lavano le mani e vanno via, l’autismo è una
condizione, non una malattia, è come avere le gambe corte, i capelli rossi, la
statura bassa. E siccome non è una malattia non puoi guarirla.”
Nella storia della medicina il termine autismo (dal greco autos, che significa
stesso) fu usato per la prima volta dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler
per definire la perdita di contatto con la realtà, "il pensiero
circolare che si chiude in se stesso" nei pazienti schizofrenici. Ma a
descrivere e a riconoscere questa sindrome negli anni Quaranta furono il
viennese Hans Asperger e l’austriaco naturalizzato statunitense Leo Kanner, e
solo negli anni Novanta si cominciò a escludere che l’autismo avesse delle
cause psicologiche.
mercoledì 22 ottobre 2014
La malafede
Il vero problema non è la menzogna
Quella è la cosa bella che si sogna
Il vero problema è la malafede
Che uccide davvero chi non la vede.
Quella è la cosa bella che si sogna
Il vero problema è la malafede
Che uccide davvero chi non la vede.
venerdì 17 ottobre 2014
A che mi serve un libro?
(...) A che mi serve un libro?
Gli alberi li sfoglia il vento:
e le parole lì io le conosco,
e le ripeto sommessamente a volte.
E la morte, che spezza gli occhi come fiori,
i miei occhi non sa dove trovarli...
Rainer Maria Rilke, Die Blinde, La ragazza cieca, trad. Riccardo Held
Gli alberi li sfoglia il vento:
e le parole lì io le conosco,
e le ripeto sommessamente a volte.
E la morte, che spezza gli occhi come fiori,
i miei occhi non sa dove trovarli...
Rainer Maria Rilke, Die Blinde, La ragazza cieca, trad. Riccardo Held
sabato 11 ottobre 2014
Un libro è una stretta di mano
La conversazione con Gilberto scorre senza accelerare, pause
misurate, pronuncia impeccabile degli autori stranieri. Intorno il vociare
indistinto dei visitatori, la luce del sole riempie le stanze del castello.
Racconta della giornata mondiale mondiale lentezza, della rivista satirica
Corvo Rosso, di cui indossa la maglietta su cui campeggia la scritta Se leggere
non è il tuo forte, fanne il tuo debole, ma soprattutto racconta di libri, di
viaggi, di incontri, della piccola casa editrice Edizioni del Foglio
Clanestino, con sede a Sesto San Giovanni, a pochi chilometri da Milano.
Peter Russel l’ha incontrato diverse volte a Pian di Sco, in
provincia di Arezzo. Finita la strada, si scendeva in un viottolo e si
raggiungeva il suo mondo diroccato, un vecchio mulino biblioteca chiamato La
turbina, anche se la ruota era ferma da decenni.
sabato 4 ottobre 2014
domenica 28 settembre 2014
La chiave di Sophia e lo stigma
In una villa del Trecento, in provincia di Treviso, Villa Tassoni,
lungo la Postumia, ex via consolare romana che ora congiunge distese di
capannoni e centri commerciali, si è presentata al pubblico ieri sera La chiave
di Sophia (sophia in greco significa abilità, sapienza, conoscenza), un’associazione
di studenti dell'Università Ca' Foscari di Venezia, un network filosofico informativo con base all’indirizzo
lachiavedisophia.com e in Facebook e Twitter.
L’intento è pragmatico: agire sui modi d’agire attraverso la
riflessione filosofica. Così è stato per l’incontro di apertura: “Se non
esistesse la malattia mentale?”, con Francesco Codato, autore di Storia
della nascita del movimento di critica alla psichiatria, e Mario Galzigna,
autore di Rivolte del pensiero. Dopo Foucault , per riaprire il tempo.
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