mercoledì 8 ottobre 2008

Delitto di cronaca

Il passante all’inizio di giugno guardò le locandine e lesse delle solite tragedie. Cominciò così a raccogliere gli “strilli” per un mese e poi li lesse uno dopo l’altro: sangue, rapine, violenze e tanti morti. Gli venne in mente che “Memento mori” era il saluto dei monaci trappisti; forse anche i giornali, sconfitti dalla Rete, si preparavano al commiato.
Uscendo dalla metafora, penso che il giornalismo, anche quello locale, sia qualcosa di diverso: innanzitutto critica e indagine su qualunque potere, capacità di raccontare aspetti interessanti della realtà, impegno nella difesa dei più deboli. La cronaca, come la vita, ha tanti colori. Scegliere sempre il nero, il Grand Guignol, non è più diritto di cronaca, può diventare delitto di cronaca.

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