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venerdì 26 novembre 2010
Esclusione sociale
Bauman sostiene che l'"esclusione sociale" di cui oggi si discute non è che un'estensione del postulato di Schmitt secondo cui l'azione più importate di un governo è "identificare un nemico". Questo portò Bauman nel 1969 a sostenere che l'omicidio di mliioni di ebrei non era il risultato del nazismo né l'azione di un gruppo di persone malvagie, ma frutto di una moderna burocrazia che premiava soprattutto la sottomissione e in cui complessi meccanismi nascondevano l'esito delle azioni della gente. L'Olocausto, afferma, non è che un esempio criminale del tentativo dello stato moderno di perseguire l'ordine sfruttando il timore degli "stranieri e degli emarginati". "Una volta escluse dai governi le persone non sono più protette. Le società iniziano a manipolare il timore nei confronti di determinati gruppi. Nelle fasi di crisi del welfare state dobbiamo preoccuparci di questa caratteristica della società".
(da 44 Letters from the Liquid Modern World)
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