venerdì 8 marzo 2013

Don Chisciotte e gli occhiali


Gli occhiali sono quelli di Cesare Segre, filologo e critico letterario, e di Javier Cercas, scrittore, che in questi giorni hanno scritto del prode hidalgo creato da Cervantes. Per Segre: “Il cavaliere della Mancia è pazzo, perché crede di vivere ancora nel mondo dei romanzi, tra sfide e duelli, salvataggio di damigelle indifese e fama gloriosa; ma per il resto è una persona di alti sentimenti, quasi un maestro. È dunque una delle molte vittime che fa la letteratura, quando non si è capaci di distinguerla dalla realtà (tra i discendenti più famosi di don Chisciotte c’è Madame Bovary). Scrive Cercas:”Cervantes ha creato il romanzo moderno (e l’ha quasi esaurito) dotandolo di due regoli fondamentali. La prima è che il romanzo è un genere privo di regole, vale a dire: è il genere della libertà totale. La seconda è che è il paradiso dell’ironia, intesa come strumento di conoscenza: Don Chisciotte è un matto da legare, ma è anche pieno di assennatezza e di saggezza;  Don Chisciotte è un personaggio ridicolo, ma è anche il cavaliere più nobile e più coraggioso, "il re degli hidalgos/signore dei tristi" di Ruben Dario.È questo, l’ironia: la chiave che apre le porte della verità, facendoci scoprire che essa è quasi sempre poliedrica, che le cose possono non essere una cosa sola ma una cosa e il suo contrario. Questo i fanatici  non lo capiranno mai, e perciò i fanatici hanno sempre destestato il romanzo.”
Don Chisciotte è forse il ritratto di ognuno di noi che nell’affrontare la vita è un po’ sognatore, un po’ ridicolo, un po’ pazzo, un po’ triste, un po’ ironico. Le vite delle persone che incontriamo ogni giorno non sono meno bizzarre della sua. E molte non leggono romanzi.
foto: Don Chisciotte e Ronzinante, dipinto di Honoré Daumier

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