giovedì 16 settembre 2010

Protecting nature

“Protecting nature or saving creation? Ecological conflict and religious passion”, dialogo nel chiostro della della sala die Cipressi di San Giorgio Maggiore insieme a Mathew Engelke, antropologo, Eric Geoffrey, islamista, Isabella Jurasz, esperta di patristica siriana, Bruno Latour, filosofo, Ignazio Musu, economista, Michael Shellenberger and Ted Nordhaus del Breakthrough Institute, Anne Marie Reijnen, teologa protestante, Simon Schaffer, storico della scienza, Elizabeth Theokritoff, teologa ortodossa, George Theokritoff, paleontologo, Andrea Vicini, teologo cattolico, Eduardo Viveiros de Castro, antropologo e al segretario generale della Fondazione Pasquale Gagliardi. "Alla base del Dialogo ( 14-16 settembre) vi è la diffusa consapevolezza che la gamma di passioni mobilitate dagli ecologisti finora è insufficiente, per livello ed intensità, al compito immane che ha oggi l’umanità riguardo al destino della Terra. Solo la religione sembra essere riuscita, in passato, a mobilitare emozioni ed energie trasformative che hanno prodotto cambiamenti radicali di portata paragonabile alle trasformazioni oggi necessarie. Tuttavia, non è chiaro se un simile livello di energia sia ancora disponibile e sia utilizzabile a questo fine. L’idea è quindi quella di prendere in esame il rapporto tra ecologia e teologia, tentando di esplorare nuovi percorsi in un ambito che rischia facilmente di diventare un accumulo di buoni sentimenti. Due ragioni possono spiegare le relative sterilità di molti dibattiti sulla congiunzione tra eco-logia e teo-logia. In primo luogo, troppo spesso il dibattito è basato su concezioni riduttive e superate della scienza e della tecnica, e su nozioni superficiali, sovente distorte, della religione, in specie di quella cristiana. Riaprire il dibattito sul rapporto tra scienza e fede – un tema notoriamente molto abusato – implica esplorare la tensione tra Natura e Creazione, rifacendosi alle antiche teologie della Creazione elaborate dai primi Padri della Chiesa, ma anche alle diverse tradizioni della teologia naturale. In secondo luogo, quello che viene solitamente del tutto trascurato nell’analisi tra ecologia e teologia è il ruolo dei conflitti e delle passioni. Molti autori sembrano supporre che i due ambiti siano naturalmente e armoniosamente legati, laddove sfortunatamente né la natura né la creazione sono prive di dimensioni drasticamente conflittuali. La questione chiave è dunque forse quella di mobilitare le nozioni, i rituali e le cosmologie che caratterizzano alcune tradizioni religiose, a patto tuttavia di non ignorare i conflitti sottesi al dibattito ecologico e il ruolo essenziale della politica: senza una adeguata considerazione dei conflitti nessuna ecologia politica è possibile."
Il pubblico presente all'incontro non superava le dieci persone. Il mondo accademico, gli studenti e le persone interessate a tali argomenti forse pensano che l'isola da San Giorgio debba essere raggiunta a nuoto.



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