La fortuna, per Giordano Bruno, è parte di quella "ruota del tempo" che, modificando incessantemente le situazioni umane, non smette mai di girare, trascorrendo da una condizione all'altra secondo un ritmo che coincide con quello, inesausto, della vita. L'eterna mutazione delle cose non può essere controllata né, tantomeno, bloccata dalla ragione o dalla volontà. Al massimo può essere utilizzata dall'uomo, assecondandone la direzione, per trovare un ritmo adeguato alla propria natura e alla propria qualità. In questo modo viene meno quell'idea di soggetto padrone dell'esperienza e garante della certezza del sapere introdotta dalla filosofia cartesiana. Mentre questa separa il soggetto del sapere dal suo oggetto, per Bruno il soggetto fa tutt'uno col mondo che conosce e ne è modificato secondo forme che non è possibile prevedere in anticipo.
Roberto Esposito
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