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giovedì 20 ottobre 2011
I dettagli
Quando scrivi o parli di qualcosa non dimenticarti i dettagli, ma non esagerare, potresti perdere il filo del discorso. Dettagli q.b., quanto basta, come in cucina il sale. Non ci sono quantità da rispettare, forse una misura indefinibile che con una certa abitudine alla lettura si può cercare. In uno dei passaggi più interessanti del suo ultimo saggio James Wood cita Flaubert che in una lettera del 1852 scrive: "L'autore dev'essere nella sua opera come Dio nell'universo; presente dovunque e non visibile in nessun luogo. Dato che l'arte è una seconda natura, il creatore di questa natura deve operare in modo analogo al creatore della prima: bisogna che in tutti gli atomi, in tutti gli aspetti di essa si senta un'impassibilità ascosa e infinita. L'effetto, per lo spettatore, dev'essere una specie di sbalordimento. Deve dire: com'è stato fatto tutto ciò?." Un risultato che Flaubert ottiene anche attraverso l'uso sapiente dei dettagli, per esempio nell'Educazione sentimentale descrive così un angolo di Parigi: "Risaliva a caso il Quartiere Latino, così affollato di solito, ma deserto in quella stagione, perché gli studenti erano partiti per le loro case. Le grandi muraglie dei collegi, quasi ingrandite dal silenzio, avevano un aspetto ancora più tetro. Si avvertiva ogni sorta di rumori tranquilli, battiti d'ali nelle gabbie, il ronzio di un tornio, il martello di un ciabattino; e i rigattieri ambulanti, in mezzo alla strada, scrutavano ogni finestra inutilmente. In fondo ai caffè solitari, la donna alla cassa sbadigliava in mezzo alle sue caraffe piene; i giornali rimanevano in ordine sui tavoli delle sale di lettura; nei laboratori delle stiratrici, la biancheria frusciava al soffio del vento tiepido."
Spiega James Wood: "A questo fine Flaubert perfezionò una tecnica essenziale alla narrazione realistica: la confusione del dettaglio abituale con il dettaglio dinamico. In quella via di Parigi, è ovvio le donne non possono sbadigliare esattamente per tutto il tempo in cui la biancheria fruscia o i giornali giacciono sui tavoli. I dettagli di Flaubert sono, nei suoi spartiti, indicazioni di tempi diversi, alcuni istantanei e altri ricorrenti, ma sono uniformati come se si presentassero tutti contemporaneamente.
L'effetto è una bellissima, artificiale verosimiglianza. Flaubert riesce a suggerire che questi dettagli sono in qualche modo, a un tempo, importanti e insignificanti: importanti perché sono stati notati e messi nero su bianco da lui, e insignificanti perché sono raggruppati insieme alla rinfusa, visti come di sfuggita; sembrano venirci incontro "come la vita". Da questa sorgente scorre gran parte della prosa narrativa moderna, per esempio il reportage di guerra. Il giallista e il reporter di guerra non fanno che portare ancora più all'estremo il contrasto fra dettagli importanti e insignificanti convertendolo in una tensione fra il terribile e l'ordinario: un soldato muore mentre, vicino a lui, un bambino va a scuola."
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