Premiati tutti e due, ma uno forse per sbaglio. Non tutti i bastardi sono di Vienna (ed Sellerio) è il titolo del romanzo di Andrea Molesini. Brutto il titolo, trascurato l'uso degli aggettivi tedesco e austriaco, pedante l'uso delle espressioni dialettali, banale la trama. Sorprendente, invece, Viola di Grado con il suo Settanta acrilico, trenta lana (ed e/o), alle volte un po' ripetitivo, altre un po' dark, ma sferzante e creativo nelle metafore: ...l'inverno è cominciato da così tanto tempo che nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c'era prima...una museruola di gelo mi bloccava la mascella ... lo spettacolo osceno di un tramonto, la testa rossa del sole scendeva a leccar le creste nere degli alberi...le case mute e tutte uguali sembravano il set di un film a basso budget, e i campanili unghie nere contro il cielo.
Viola Di Grado riesce anche a far parlare gli sguardi: Lei mi disse lo sguardo chiamato Camminare fino a lì davvero ce la fai? Io risposi quello chiamato Stai tranquilla penso a tutto io.
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