sabato 13 ottobre 2012

Tunisi, taxi di sola andata



“Corre veloce quest’autista silenzioso, forse contrariato per l’ora e una corsa imprevista. Lo sguardo fermo sulla strada, non mi guarda nello specchietto e non attacca bottone come gli altri. Ascolto il profumo del suo gelsomino infilato dietro l’orecchio e mi lascio portare.” Sophie, la protagonista di Tunisi, taxi di sola andata (ed. No Reply), ultimo libro di Ilaria Guidantoni, scivola fra le strade di Tunisi incontrando i protagonisti della rivoluzione all’indomani della caduta di Ben Ali. Ma non è solo un reportage giornalistico, è anche la storia del suo amore per Jean Philippe: “Salgo l’ultima rampa di scale che porta all’attico e improvvisamente avverto una stanchezza pesante, mi mancano le forze. Giro per le stanze nella penombra e piango come non facevo da anni, eppure è come se non sentissi nulla. Solo di dover essere triste.” Una narrazione in presa diretta,  sembra di essere a Tunisi con Sophie: “Guardarci da fuori è vedere un quadro d’antan con quattro donne che conversano sotto il portico in una sera d’estate, sorseggiando the alla menta, degustando datteri farciti e sgranocchiando frutta secca”.




“Sento freddo e mi sento mortificata al pensiero di aver creduto di poter capire una rivoluzione, quando non riesco neppure ad ascoltare la fantasia di una tortura. Mi stringo nello scialle bianco, algerino, che la mia amica mi ha prestato”. Seguiamo la protagonista nella città dei gelsomini mentre incontra blogger, artisti, attori, tassisti, politici e, naturalmente, Jean Philippe: 
“-Sto riflettendo e mi sono messo in discussione. Ho bisogno di tempo per trovare risposte.
-Il tempo è scaduto. -I sentimenti no. 
È troppo poco e troppo tardi. Si allontana e poi torna indietro e posa le sue labbra sulle mie. 
-Vorrei invitarti a cena uno dei prossimi giorni. O non hai neppure il tempo di una sera? Tutto come se nulla fosse, è così che funziona la sua insondabile dolcezza”. 
Reportage e storia d’amore si rincorrono nel libro di Ilaria Guidantoni: scelte da prendere, a volte fidandosi ciecamente, altre nel desiderio dell'attesa.

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