Qualche giorno fa, il 26 settembre, sul Corriere della Sera, appariva questo articolo a firma a di Alessandra Farkas che riprendeva l'inchiesta di Save the children http://www.savethechildren.org.uk/news-and-comment/news/2012-09/exposed-crimes-against-syrias-children sui bambini di Damasco. La notizia che avrebbe dovuto trovarsi sulle prime pagine di tutti i quotidiani, inspiegabilmente era relegata nelle pagine interne. Scrive Farkas: "La guerra civile in Siria è «una calamità regionale con ramificazioni globali» che «minaccia la pace nel mondo e necessita un intervento da parte della comunità internazionale e soprattutto del Consiglio di Sicurezza».
L' ha affermato ieri il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo discorso di apertura della 67sima Assemblea Generale Onu. «Il mondo non può distogliere lo sguardo mentre la violenza aumenta vertiginosamente», ha puntato il dito Ban, che ha esortato il Consiglio di Sicurezza e i paesi della regione a «dare un aiuto solido e concreto all' Inviato Speciale per la Siria, Lakhdar Brahimi». Di fronte a quella che nei corridoi del Palazzo di Vetro viene considerata come la peggiore crisi diplomatica dai tempi della Guerra Fredda, Ban è stato esplicito nel condannare «i brutali abusi dei diritti umani commessi in primo luogo dal regime del presidente Bashar Al Assad ma anche dai ribelli». Per rompere l' impasse provocata da Russia e Cina che per tre volte hanno posto il veto a risoluzioni occidentali, l' emiro del Qatar ha invocato l' intervento militare del mondo arabo. «Il Consiglio di Sicurezza ha fallito», ha detto nel suo intervento Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani. Nella speranza che anche l' Onu raccolga l' appello, l' Ong britannica Save The Children ha deciso di rendere pubblico il drammatico rapporto che, attraverso 18 testimonianze dirette di altrettante vittime, documenta le atrocità contro l' infanzia perpetrate in 18 mesi di guerra civile che ha causato 30 mila morti, di cui 2 mila bambini. Ma proprio il mese scorso il Consiglio diSicurezza ha posto fine alla missione dei 300 osservatori Onu inviati a monitorare il cessate il fuoco che non si è mai concretizzato."
L' ha affermato ieri il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo discorso di apertura della 67sima Assemblea Generale Onu. «Il mondo non può distogliere lo sguardo mentre la violenza aumenta vertiginosamente», ha puntato il dito Ban, che ha esortato il Consiglio di Sicurezza e i paesi della regione a «dare un aiuto solido e concreto all' Inviato Speciale per la Siria, Lakhdar Brahimi». Di fronte a quella che nei corridoi del Palazzo di Vetro viene considerata come la peggiore crisi diplomatica dai tempi della Guerra Fredda, Ban è stato esplicito nel condannare «i brutali abusi dei diritti umani commessi in primo luogo dal regime del presidente Bashar Al Assad ma anche dai ribelli». Per rompere l' impasse provocata da Russia e Cina che per tre volte hanno posto il veto a risoluzioni occidentali, l' emiro del Qatar ha invocato l' intervento militare del mondo arabo. «Il Consiglio di Sicurezza ha fallito», ha detto nel suo intervento Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani. Nella speranza che anche l' Onu raccolga l' appello, l' Ong britannica Save The Children ha deciso di rendere pubblico il drammatico rapporto che, attraverso 18 testimonianze dirette di altrettante vittime, documenta le atrocità contro l' infanzia perpetrate in 18 mesi di guerra civile che ha causato 30 mila morti, di cui 2 mila bambini. Ma proprio il mese scorso il Consiglio diSicurezza ha posto fine alla missione dei 300 osservatori Onu inviati a monitorare il cessate il fuoco che non si è mai concretizzato."
Le storie raccolte nel rapporto sono inquietanti quanto le immagini dell'Olocausto e fanno pensare che dai tempi di Erode, o di Abramo, la bestia umana non sia molto cambiata. La notizia era nelle pagine interne quasi ci fosse una sorta di rassegnazione nei confronti del male, una abitudine all'impotenza quando esso è troppo grande, una colpa per corresponsabilità seguendo le riflessioni di Derrida nel 1999 in Donner la mort : "(...) né il buon funzionamento di tale società (quella civilizzata), né il ronzio del suo discorso sulla morale, la politica e il diritto, né l'esercizio stesso del suo diritto (...) sono minimamente perturbati dal fatto che, in ragione della struttura e delle leggi di mercato così come essa le ha istituite e le supporta, in ragione dei meccanismi del debito estero e di altre analoghe asimmetrie, la stessa "società" fa morire o (...) lascia morire di fame e di malattia centinaia di milioni di bambini (quei prossimi o quei simili di cui parla l'etica o il discorso dei diritti dell'uomo), senza che alcun tribunale morale o giuridico sia mai competente per giudicare qui del sacrificio (...) Una simile società non solo partecipa a questo sacrificio incalcolabile, ma persino lo organizza. Il buon funzionamento del suo ordine economico, politico, giuridico, il buon funzionamento del suo discorso morale e della sua buona coscienza, presuppongono l'operazione permanente di questo sacrificio (...)".
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